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Cosa sono e come funzionano le seed bank

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Quando ci si approccia al mondo della cannabis, è normale entrare in contatto con numerose espressioni tecniche. Una di queste è “seed bank”. Cosa significa? Come funzionano queste realtà? Sono tante le persone che si fanno queste domande. Si tratta di interrogativi che riguardano chi acquista semi di cannabis autofiorenti – giusto per citare una delle tante alternative possibili – ma anche chi ha una curiosità legata semplicemente a motivi di studio.

Se ti interessa sapere qualcosa di più su questo argomento, nelle prossime righe puoi trovare alcune informazioni utili al proposito.

Seed bank: di cosa si tratta?

Quando si chiamano in causa le seed bank, si inquadrano delle organizzazioni specializzate nella raccolta e nella successiva conservazione dei semi di cannabis. La loro utilità è estrema, sia per quanto riguarda la biodiversità, sia per quel che concerne la prevenzione di problemi a carico della filiera. Non dimentichiamo infatti che, tra standardizzazione delle colture e diffusione di agenti patogeni, la varietà vegetale, anche per quanto riguarda i semi di cannabis – fondamentali per molti settori – è sempre più a rischio. Conservarli nel tempo è per questo basilare.

La storia delle seed bank di cannabis

La vera svolta per quanto riguarda le seed bank di cannabis è arrivata attorno agli anni ‘70. Dopo un periodo all’insegna dell’oscurantismo, che aveva legato a filo doppio il nome della pianta al proibizionismo, diversi breeder entrati nella storia hanno iniziato a studiare e isolare le varietà di cannabis, scoprendo innumerevoli nuove genetiche.

Data questa doverosa premessa iniziale, possiamo vedere nel dettaglio quali sono le tipologie di banche dei semi esistenti e come funzionano.

Seed bank: quali tipologie esistono?

Nel momento in cui si parla di seed bank di cannabis, è necessario ricordare l’esistenza di diverse tipologie. Ecco quali:

  • Banche dei semi di assistenza: in questo caso, si ha a che fare con i coltivatori che affidano alla banca le loro eccedenze di produzione. Nei casi in cui, invece, si trovano in deficit di semi e hanno bisogno di procurarsene alcuni, procedono a un prelievo (si tratta di un meccanismo in tutto e per tutto simile alla richiesta di un prestito alla banca presso la quale si ha il conto corrente).
  • Banche di sviluppo: in questo frangente, ci si trova davanti a una situazione in cui la seed bank analizza nel dettaglio i semi che possiede, in modo da scegliere nel migliore dei modi a quali coltivatori affidarli. L’obiettivo? Ottenere nuovi incroci di alta qualità.
  • Banche di conservazione: in quest’ultimo caso, l’obiettivo è quello già citato di evitare che, a causa di un agente patogeno, una determinata tipologia di seme possa scomparire.

Quali sono le più famose?

Giunti alla conclusione di questo articolo, non potevamo non parlare delle seed bank di cannabis più celebri. Quali sono? I nomi da chiamare in causa sono diversi e tra questi è possibile citare la Growers Choice Seeds, conosciuta a livello mondiale per il fatto di proporre varietà di cannabis particolarmente pregiate. Degno di nota è anche il suo catalogo in continua crescita.

Un’altra seed bank molto importante a livello internazionale è la Sensi Seeds, che deve la sua fama alla scelta del fondatore di effettuare numerosi viaggi per il mondo, sempre con lo scopo di individuare il maggior numero possibile di varietà di cannabis di alta qualità.

Come non citare poi la Royal Queen Seeds? Se si guarda al mercato del Vecchio Continente, questa banca di semi di cannabis è indubbiamente la realtà più grande e, soprattutto, in maggior espansione.

Un altro nome degno di nota è Dutch Passion, che ha dalla sua parte il fatto di essere una banca del seme storica. A renderla famosa è anche, ovviamente, l’alta qualità della proposta.