Nell’ambito di una convivenza di fatto, il proprio compagno extracomunitario può chiedere e può ottenere per motivi familiari il permesso di soggiorno? Al riguardo, prima di tutto, c’è da dire che per approfondimenti vi rimandiamo al sito infoimmigrazione.com. Dopodiché si può affermare, per la fattispecie, che in Italia ci sono importanti pronunce dei Tribunali da cui è emerso come, al fine di iscrivere la propria compagna o il proprio compagno extracomunitario all’anagrafe, sia sufficiente un contratto di convivenza.
Cos’è una convivenza di fatto e quali diritti si acquisiscono
Il riconoscimento delle coppie di fatto, tra due persone maggiorenni, in Italia è avvenuto con la Legge numero 76/2016 del 20 maggio del 2016 che è anche semplicemente nota come legge Cirinnà. La legge, come istituto a tutti gli effetti, riconosce come convivenze di fatto tutte quelle unioni tra le coppie che vivono insieme e che sono equiparate, per i diritti, al vincolo matrimoniale.
In assenza non solo di vincolo matrimoniale, ma anche di unione civile, di rapporto di parentela, di affinità o di adozione, la coppa di fatto è tale quando tra due persone ci sono non solo dei legami affettivi, ma anche rapporti di reciproca assistenza di natura morale e pure materiale.
Come un cittadino extracomunitario può ottenere l’iscrizione all’anagrafe per convivenza
In forza anche al pronunciamento dei Tribunali, come sopra accennato, un cittadino extracomunitario può chiedere e può ottenere il permesso per motivi familiari se è convivente di fatto. E questo perché, in forza alle disposizioni di legge, la convivenza di fatto è considerata una famiglia a tutti gli effetti, e quindi, nel garantire l’unità della famiglia, a favore dell’uomo o della donna extracomunitaria deve essere favorito pure il ricongiungimento o la coesione familiare.
Ai fini dell’accertamento della convivenza di fatto, la coppia con l’assistenza di un avvocato deve stipulare il cosiddetto patto di convivenza. Ed a questo punto il cittadino straniero potrà iscriversi in Italia all’anagrafe sebbene questo sia privo del permesso di soggiorno, e comunque sotto opportune condizioni.
Permesso di soggiorno per convivenza di fatto, non è automatico
Stando ai pronunciamenti dei Tribunali, oltre al patto di convivenza un cittadino extracomunitario per accedere alla coesione familiare in Italia, nell’ambito di una convivenza di fatto, è chiamato pure ad esibire idonea documentazione attestante il possesso di adeguate risorse economiche unitamente ad una altrettanto idonea soluzione ai fini abitativi.
Il ricongiungimento o la coesione per motivi familiari, nell’ambito di una convivenza di fatto, non è però automatico. Nel senso che la Questura, esibendo il patto di convivenza, spesso non dà il via libera per l’iscrizione all’anagrafe del cittadino extracomunitario. Con la conseguenza che altrettanto spesso la coppia di fatto dovrà necessariamente ricorrere dinanzi ad un giudice.
Tra le varie pronunce dei giudici, due tra le più importanti che, per l’accesso al permesso di soggiorno per convivenza di fatto, hanno fatto giurisprudenza, sono le le seguenti: quella del Tribunale di Bologna con l’ordinanza numero 21280 del 3 febbraio del 2020, e quella del Tribunale di Modena con l’ordinanza numero 370 del 7 febbraio del 2020.